21 December 2011

Tali Post, 18 Dicembre 2011

Carissimi Amici, Familiari e Parenti tutti,

mancano pochi giorni al Natale e per non ridurmi all’ultimo momento, oggi con un po’ di calma, desidero rivolgermi a ciascuno di voi per Augurarvi i migliori sentimenti/momenti per questo periodo dell’anno che ci vedrà uniti davanti al presepe, a contemplare un Dio che si fa bambino e che nasce nel silenzio di una grotta anonima, per essere vicino ai semplici e piccoli del Suo (e del nostro) tempo.

Il Natale, che segna un nuovo inizio per la storia di ogni uomo, coincide con la fine dell’anno; tempo per dire Grazie per il dono della Vita, per il cammino fatto, i momenti vissuti e condivisi anche se in diversi emisferi del mondo. Davanti al presepe, saremo tutti un'unica famiglia! Ed è così come siamo, con i nostri “alti e bassi” che ci presentiamo alla grotta, con le gioie, le speranze  e così anche con i pensieri e le preoccupazioni del momento; penso che in quella notte non c’era tempo per tanti preparativi, per mettere le cose a posto, per sistemare tutto. Ma non perdiamoci; seguiamo quella Luce e andiamo a quella Grotta!


A Tali, in questo momento, ci stiamo preparando al Natale con gesti semplici; alla sera i giovani si trovano per preparare i canti; sono venuti dalle cappelle più lontane, hanno provato i canti assieme e ora stanno tornando ai loro rispettivi villaggi con nel cuore l’attesa che il Natale rinnovi le loro speranze per un futuro nuovo e un po’ confuso che li attende. Il cambiamento che si respira nell’aria dopo l’Indipendenza del Sud Sudan è forte; molte le aspettative, poche le certezze per chi, come questi giovani, sono cresciuti in un piccolo e sperduto villaggio. C’è forte il “richiamo” della città, dove forse il cambiamento è più rapido. Ma c’è chi resta, perché radicato alla sua terra, con i suoi valori semplici, che invece la città trasforma in fretta.

A restare saranno i più poveri, soprattutto donne  e bambini che non hanno un dove andare a Juba. Ed è anche per loro che restiamo “aperti” in questo tempo di stagione secca e quindi di migrazioni, con la missione che continuerà ad essere un punto di riferimento per molti, offrendo delle attività, un luogo di accoglienza, una Parola di speranza, che anche noi fondiamo e affidiamo al Signore perché non siamo maestri di grandi promesse, ma semplici “trasmettitori” di quanto abbiamo ricevuto, come il dono della fede, (sempre da alimentare e rinnovare anche per noi!).


Per quanto riguarda la situazione del paese, in generale, il clima politico e sociale in tutto il Sudan non è dei migliori di questi tempi; continuano i conflitti ai confini con il nord, si sente parlare di reclutamento di milizie per disorganizzare i patti firmati recentemente con la pace, e di politici che fanno il doppio gioco per mantenere i loro  interessi al Sud così come al Nord. E a pagare il conto di questi “giochi” sono sempre i più poveri; nel Sudan di oggi e nei paesi limitrofi, ci sono ancora migliaia di sud sudanesi tra sfollati e rifugiati senza un posto o una terra dove sistemarsi.

Comunque sia, ci stiamo  preparando al Natale, e questo è quanto si respira nell’aria in questi giorni…, anche se le temperature climatiche sono in crescita. Alcuni padri della missione stanno già partendo per celebrarlo in altre cappelle, le più lontane dal centro della missione. Io resterò in parrocchia per la messa della notte mentre accompagnerò un padre sudanese recentemente assegnato a Tali, per la messa di Natale alla vecchia missione…, che poche settimane fa ha perso anche una parete oltre al tetto come ricorderete dal calendario dell’anno scorso. Noi invece, come comunità comboniana di Tali “perderemo” un confratello, padre Gregorio, che sarà assegnato ad una nuova missione nella Diocesi di Malakal; ci mancherà la sua presenza…, ed il grande servizio che ha reso alla nascente Comboni School di Tali…, eredità che ricadrà su qualcun’altro…


Ed è con questi aggiornamenti dalla missione che noi ci incammineremo verso la grotta di Betlemme, chiedendo anche il vostro accompagnamento nella preghiera, per avere ogni giorno le “batterie” cariche e “collegate”, per saper rispondere generosamente alle numerose sfide che ci attendono, e per ripartire rinnovati col 2012 ormai alle porte. Dalla nostra piccola cappella, non mancherà anche il nostro ricordo sincero per ciascuno di voi…,  per continuare Assieme il cammino.

con affetto ed amicizia,
vostro fratel Damiano e Amici di Tali

18 December 2011

Gita di postulato a Venezia

 Stefano e Mario

 Wie der Hirsch lechzt nach frischem Wasser,
so lechzt meine Seele, Gott, nach dir.

 Celestino

 Meine Seele duerstet nach Gott,
nach dem lebendigen Gott. Wann darf ich kommen
und Gottes Antlitz schauen?

MEMENTO MORI

Flut ruft der Flut zu beim Tosen deiner Wasser,
all deine Wellen und Wogen gehen ueber mich hin.

Stefano

08 December 2011

W i Krampus!!!

 5 dicembre. Festa di San Nicolò a San Vigilio di Marebbe.

Knecht Ruprecht.

Von drauß' vom Walde komm ich her;  
Ich muß euch sagen, es weihnachtet sehr!  

Allüberall auf den Tannenspitzen  
Sah ich goldene Lichtlein sitzen;  

Und droben aus dem Himmelstor  
Sah mit großen Augen das Christkind hervor,  

Und wie ich so strolcht durch den finstern Tann,  
Da riefs mich mit heller Stimme an. 

"Knecht Ruprecht", rief es, "alter Gesell,  
Hebe die Beine und spute dich schnell!  

Die Kerzen fangen zu brennen an,  
Das Himmelstor ist aufgetan,  

Alt' und Junge sollen nun  
Von der Jagd des Lebens einmal ruhn;  

Und morgen flieg ich hinab zur Erden,  
Denn es soll wieder Weihnachten werden!"  

Ich sprach: "0 lieber Herre Christ,  
Meine Reise fast zu Ende ist;  

Ich soll nur noch in diese Stadt,  
Wo's eitel gute Kinder hat." -  

"Hast denn das Säcklein auch bei dir?"  
Ich sprach: "Das Säcklein, das ist hier;  

Denn Apfel, Nuß und Mandelkern  
Essen fromme Kinder gern." 

"Hast denn die Rute auch bei dir?"  
Ich sprach: "Die Rute, die ist hier;  

Doch für die Kinder nur, die schlechten,  
Die trifft sie auf den Teil, den rechten."  

Christkindlein sprach: "So ist es recht;  
So geh mit Gott, mein treuer Knecht!"  

Von drauß' vom Walde komm ich her;  
Ich muß euch sagen, es weihnachtet sehr!  

Nun sprecht, wie ich's hierinnen find!  
Sind's gute Kind, sind's böse Kind?


 www.fanaladina.com

Malans...

11 November 2011

Orientare la propria vita a Dio

Cercate il regno di Dio e la sua giustizia.
(Mt 6,33)

"Il postulato e' gia' missione"... queste parole, pronunciate da p. Teresino Serra, ex superiore generale, in occasione degli esercizi spirituali tenuti ai postulanti l'anno scorso, sono state molto importanti per noi postulanti, rendendoci ancora piu' consapevoli dell'importanza di questo momento.

Il postulato e' il primo momento della formazione per diventare missionari Comboniani... e' un momento "comunitario"... infatti, lasciati famiglia, amici, lavoro e città di provenienza, i giovani che sentono la chiamata del Signore a seguirlo sulle orme di San Daniele Comboni, vivono insieme, in spirito di condivisione... la nostra comunita' di postulato e' una comunita' nella comunita'... ci troviamo perfettamente inseriti infatti all'interno della comunita' comboniana di Padova.

I pilastri sopra i quali si fonda il postulato sono lo studio, che per noi e' un vero e proprio lavoro in questa tappa della formazione... frequentiamo infatti il bienno filosofico presso la Facolta' Teologica del Triveneto... l'apostolato, attività di servizio inserite in realtà di emarginazione nella città, come il carcere, le Cucine Economiche Popolari, e in collaborazione con la Caritas diocesana, l'esperienza nei mesi invernali al dormitorio pubblico, con i senza tetto della citta'... la preghiera, personale e comunitaria, fondamentale per "stare con Gesu' " per poi servirlo nel fratello... la vita comunitaria, dove impariamo il valore e l'importanza della condivisione, del vivere quotidianamente con persone che non hai scelto ma che come te, sono stati chiamati da Dio per qualcosa di molto grande ed importante... ovviamente non e' tutto rose e fiori ma e' davvero bello riscoprirsi continuamente fratelli, in cammino verso la stessa meta! Siamo continuamente invitati a vivere in pienezza la ferialita', il quotidiano dove sperimentiamo giorno dopo giorno come ogni singolo attimo e' un dono del Dio della Vita, e che quindi non puo' essere sprecato! E in questo cammino matura giorno dopo giorno la nostra vita, nella costante formazione umana, cristiana e vocazionale.

Molto importanti sono per noi le testimonianze dei missionari, sia di passaggio che quelli presenti in casa.... sono il vero "libro vivente della missione" e con i loro racconti, con le loro esperienze ci verrebbe subito voglia di partire per la missione... ma non e' tempo.... ora e' tempo di "postulare", di chiedere, di verificare e purificare le nostre motivazioni per capire se il nostro sogno e' anche il sogno di Dio ed essere pronti a rispondere definitivamente alla chiamata alla sua sequela.

Io sono il buon pastore.
Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.
(Gv 10,11)

10 October 2011

Ricordando san Daniele Comboni + 10.10.1881

Alessio, Mario, Emanuele, Stefano. Monte Cesen, 1.570 m (TV)


Santità sotto il segno della croce

Già più volte ho spiegato nelle mie relazioni per gli Annali della benemerita Società di Colonia che le opere di Dio nascono sempre ai piedi del Calvario e che hanno impresso il contrassegno della Croce” (Scritti 5585).
Santità, passione missionaria, esperienza di Dio, fede, coraggio, capacità di perseverare anche in situazioni di grande sofferenza e sacrificio, e soprattutto croce, sembrano costituire un tutt’uno nella vita di san Daniele Comboni.
Avvicinando la persona e l’esperienza missionaria di san Daniele Comboni non è difficile capire che c’è un rapporto molto stretto tra santità e croce, tra riconoscimento della presenza di Dio nella vita e nel fare del missionario e il calvario come strada che conduce alla croce.
La santità missionaria in questo modo si rivela a noi come un sentiero che si allarga ogni giorno per creare lo spazio dove le croci possano diventare luoghi fecondi di presenza di Dio, luoghi dove si manifesta l’unica santità, che appartiene a Dio, la santità che ci fa entrare nel mistero di salvezza offerto a tutta l’umanità in Cristo il crocifisso.
Nella spiritualità comboniana, come in qualsiasi spiritualità che ha come scopo principale aprire cammini che portino alla santità, la croce non è una semplice immagine o uno strumento magico, né tantomeno l’amuleto utile per scacciare i fantasmi delle nostre paure.
La croce è il luogo dove Dio si manifesta, senza nascondere niente della sua divinità, capace della totale rinuncia a sé stesso per mostrare fino a dove può arrivare l’amore che è il contrario della morte e della distruzione rappresentate dalla croce.
La croce è il segno che ci permette di riconoscere nella nostra vita ciò che proviene da Dio perché è lì, nella croce, che si manifesta l’amore di Dio il quale non ha risparmiato suo Figlio, l’unico, che amava come soltanto Dio può amare.
Anche se può sembrare contraddittorio, l'esperienza ci insegna, attraverso la vita dei santi di tutti i tempi, che non c'è un'altra strada per arrivare alla santità se non quella della croce vissuta per amore e nell'amore.


P. Celestino Prevedello MCCJ

Le croci sono scuola di santità


Queste suppliche non devono avere per scopo l’allontanamento delle croci, delle sofferenze, delle pene e delle privazioni poiché la croce e le più grandi tribolazioni sono necessarie per la conversione, per la stabilità e i progressi delle opere di Dio che devono sempre nascere, crescere e prosperare ai piedi del Calvario” (Scritti 5258).
Sicuramente molte volte ci siamo chiesti perché è necessaria la croce e tutto quello che essa rappresenta per poter fare la nostra esperienza di santità.
Credo che la vita ci insegni con molta semplicità che solo quando arriviamo a toccare con mano le nostre povertà, i nostri limiti, la nostra debolezza; solo quando la sofferenza ci colpisce e il dolore ci obbliga a piegare le ginocchia, soltanto allora ci accorgiamo di non essere Dio e soltanto allora cominciamo ad offrire a Dio la possibilità di manifestarsi in noi. Questo è possibile solo quando scopriamo la presenza della croce come parte della nostra vita e quando cominciamo a capire che le croci non sono una tragedia, ma piuttosto un’occasione, un’opportunità per entrare nel mondo di Dio.
Le croci sono necessarie nella pedagogia della santità perché sono scuola di conversione che ci risveglia ai valori contenuti in quella che noi chiamiamo santità. La conversione orienta la nostra vita a Dio e ci permette di fare delle scelte che vanno nel senso di quello che è importante per Dio. Si può dire che le croci ci rendono sensibili ai desideri di Dio che portiamo in noi e questo non è altro che la vera santità.
In questo senso, diventare santi non vuol dire essere perfetti e la nostra umanità ci ricorda ad ogni istante che mai potremmo diventare il centro della nostra esistenza, mai potremmo allontanare dalla nostra esperienza di vita il sacrificio e il dolore della morte che fanno parte del nostro essere umani. Questo vuole dire, come ha capito Comboni, che la nostra santità diventa vera quando impariamo che parlare di santità è un dono che nasce ai piedi del Calvario, il luogo della morte, che è allo stesso tempo il luogo dove il Signore ci mostra che è Lui il padrone della vita. È lì che tutto comincia e dove Dio ci fa capire che essere santi non è altro che vivere l’amore fino in fondo, fino alla disponibilità estrema di dare la propria vita, quello che siamo, per amore.




La croce è cammino dell’umanità verso la santità


Già vedo e comprendo che la croce mi è talmente amica, e mi è sempre sì vicina, che l'ho eletta da qualche tempo per mia Sposa indivisibile ed eterna. E colla croce per sposa diletta e maestra sapientissima di prudenza e sagacità, con Maria mia madre carissima, e con Gesù mio tutto, non temo, o E.mo Principe, né le procelle di Roma, né le tempeste d'Egitto, né i torbidi di Verona, né le nuvole di Lione e Parigi; e certo a passo lento e sicuro camminando sulle spine arriverò ad iniziare stabilmente e piantare l'Opera ideata della Rigenerazione della Nigrizia centrale, che tanti hanno abbandonata, e che è l'opera più difficile e scabrosa dell'apostolato cattolico (Scritti 1710).
Leggendo questo testo di Comboni si capisce con chiarezza che le croci che portano alla santità non sono quelle che possiamo inventarci noi e non possono essere frutto della nostra scelta. La croce è un dono che dobbiamo riconoscere nel nostro andare per la vita, dono che ci invita a capire la nostra esistenza in un altro modo, con un’altra logica, che è quella di Dio. La logica della dimenticanza di sé, della rinuncia al calcolo, dell’andare controcorrente, del riconoscersi deboli per avere la forza che nessuno può toglierci.
È la logica dei piccoli che scoprono la loro grandezza in Dio, che vedono trasformare la povera umanità in santità straordinaria. Questa è la croce degna di diventare amica, vicina, eletta e anche sposa, come dice Comboni, perché è quella che ci insegna la sapienza di Dio, che ci fa diventare prudenti e sagaci, che ci fa vivere la santità che non è altro che vivere di Dio.
È questa la croce che genera la santità che riempie il cuore di coraggio, di fede, di speranza. È la croce dove possiamo inchiodare i nostri timori, i nostri dubbi, i nostri piccoli e grandi egoismi. È la croce dove accettiamo di morire a noi stessi per aprirci al dono della nostra vita a quelli che siamo chiamati ad amare senza mettere limiti e senza nasconderci dietro i nostri interessi.
È santità missionaria perché ci orienta verso gli altri, verso quelli che non contano agli occhi del mondo, verso quelli che rappresentano oggi il Signore in croce.
Sono le croci che accrescono la forza e il coraggio quando tutto ci sembra perduto e quando le nostre forze non ci permettono di stare in piedi, perché ci obbligano a rimanere attaccati al Signore e a riconoscerlo come la nostra unica forza.
Sono le croci che ci fanno vivere nella fedeltà al Signore che ci ha chiamato assicurandoci che non ci lascerà mai da soli. Sono le croci che riempiono il nostro cuore di pace quando tutto ci sembra confuso e impossibile da sopportare. Sono croci non scelte ma offerte come cammino verso la santità.




La croce è una bella cosa


La via che Dio mi ha tracciato è la croce. Ma siccome Cristo, che per l’umana ingiustizia morì in Croce, aveva la testa diritta, così è segno che la croce è una bella cosa ed è una cosa giusta. Dunque portiamola, e avanti” (Scritti 6519).
Un’altra domanda che possiamo farci è quali sono le croci che dobbiamo portare, andando avanti con coraggio, sicuri che sono strumenti di santificazione.
Come Comboni anche noi troviamo la croce in tante esperienze che costituiscono il tessuto della nostra vita. La croce è la sofferenza che vediamo in tante parti del nostro mondo dove siamo presenti come missionari, la violenza, l’insicurezza, la guerra, la negazione dei diritti fondamentali delle persone. La croce ha il volto della paura, della delusione che contempliamo in tanti giovani che non hanno un futuro sicuro, ha il volto della frustrazione che vivono tanti dei nostri contemporanei che non trovano il senso della vita. La croce è l’ingiustizia, la corruzione, la menzogna, lo sfruttamento degli altri che sembrano essere le regole vincenti della nostra società.
Quante volte Comboni ha contemplato il suo mondo devastato da tante sofferenze, abbandonato da tutti, condannato e dimenticato dai potenti. Un mondo nel quale non sembrava ci fosse la possibilità di sognare un futuro di speranza e di pace. E lui è stato l’uomo della fede, del coraggio, dell’impegno totale, è stato il santo che ha visto quello che gli altri non erano capaci di vedere.
Anche noi siamo in una realtà, in un mondo dove il panorama non è molto diverso e ci troviamo davanti alla sfida di credere, di sperare e di lavorare sostenuti dalla forza del Signore che ci vuole santi.
Ma anche ai tempi di Comboni c’erano altre croci che ha dovuto portare nonostante la sofferenza che producevano. La croce della mancanza di personale per una missione vasta come un continente. La croce della povertà dei suoi missionari non sempre così bravi e generosi come lui desiderava. La croce della malattia che tanti dei suoi missionari portavano. La croce della precarietà delle risorse materiali, mai sufficienti per rispondere alle urgenze della missione. La croce delle esigenze della missione non facile che scoraggiava alcuni e li portava ad abbandonare.
Anche noi oggi facciamo la stessa esperienza, ci sentiamo sommersi in un mondo che cambia velocemente e che sembra non voler ascoltare la nostra proposta, portiamo con noi la croce dell’indifferenza degli altri. Oggi, essere missionario non risveglia l’interesse dei nostri contemporanei, anzi, alle volte veniamo guardati con sospetto.
Oggi facciamo esperienza di vedere diminuire le nostre forze, i nostri numeri. Siamo un piccolo Istituto, quasi sconosciuto nel mondo. Ci preoccupa vedere le nostre case di formazione quasi vuote e viviamo con tristezza l’allontanamento di alcuni dei nostri giovani che vogliono vivere altre cose.
Anche noi portiamo oggi la croce di tante debolezze e della povertà della nostra umanità. Portiamo le croci delle nostre incapacità a vivere fino in fondo i nostri impegni come consacrati, la croce della nostra autosufficienza, del nostro orgoglio che ci intrappola nelle dinamiche dell’individualismo che ci impedisce di creare autentiche fraternità e vivere in profonda comunione. C’è la croce della comodità, della difficoltà a vivere con un più grande spirito di sacrificio, la croce della superficialità e del desiderio di non essere disturbati. C’è la croce della superficialità spirituale che ci porta a vivere immersi nel fare, trascurando i nostri rapporti con il Signore, con i fratelli e con la gente che troviamo nella missione. C’è la croce che ci fa credere che le nostre idee sono le uniche, i nostri progetti i migliori e i nostri stili di vita intoccabili.
Sono croci che ci sfidano a dare una svolta alla nostra esistenza, alla nostra concezione della vita, al nostro impegno come consacrati e come missionari. Sono croci che ci invitano a entrare in un processo di santificazione che vuol dire mettere in discussione quello che riteniamo sicuro, proprietà nostra.
Sono croci che sicuramente parlano di morte, ma non dobbiamo dimenticare che la croce vera è quella che apre alla vita, che la croce del Signore diventa sempre albero di vita e di santificazione per tutti quelli che credono.
Le croci non ci spaventano e, come san Daniele Comboni, anche noi possiamo fare l’esperienza di far diventare le croci del mondo, dell’Istituto e le nostre personali un’occasione per vivere un incontro più profondo con il Signore, per scoprire insieme con Lui che continua a essere Lui che ha la parola di vita e che soltanto partendo da Lui, anche le nostre croci possono diventare luoghi di santità.
Che l’intercessione di san Daniele Comboni ci aiuti a vivere le nostre croci come un dono e un’opportunità per diventare i santi di cui la missione ha bisogno.




Buona festa di san Daniele Comboni
Roma 10 ottobre 2011
P. Enrique Sánchez González
Superiore Generale

30 September 2011

Nigrizia o Morte!

 Pesaro. Mario, Santo, Alessio e Stefano

 Pesaro. Con p. Celestino mccj

Nigrizia o Morte!

Io sono l’Africa lontana
con mille braccia stese al cielo
io sogno di portarci un canto:
il canto della libertà.

L’Africa sembra un grande cuore
e si conquista con l’amore
due mani nere e un cielo blu
lo stesso cielo che hai tu!

Africa… Africa!
Non mi chiamare.
Africa… Africa son qua!
Africa… Africa!
Mi grida il cuore
“Nigrizia o morte”, risponderò!

Il sole spacca le mie labbra
e dentro il cuore tanta rabbia
e il mondo intanto sta a guardare
ti dice: “è meglio rinunciare”.

Andare sembra una pazzia,
lasciare casa e mamma mia
per un deserto senza storia
per un amore senza gloria.

Africa… Africa!
Sento chiamare.
Africa… Africa son qua!
Africa… Africa!
Mi grida il cuore
“Nigrizia o morte”, risponderò!

Africa… Africa!
Io vedo già...
Mille compagni di libertà.
Africa… Africa!
Posso morire…
Ma la mia opera non morirà!

Africa… Africa!
Sento chiamare.
Africa… Africa son qua!
Africa… Africa!
Mi grida il cuore
“Nigrizia o morte”, risponderò!

 Pesaro. Deus Caritas Est

Feriole (PD). Visita alla SMA (Società Missioni Africane)

23 September 2011

Sabato 17 settembre 2011 - Nuovo anno di Postulato a Padova

 Stefano ed Emanuele al lavoro!

Dalla Buona Notizia che è Gesù secondo Giovanni 2,1-11

Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno vino". E Gesù le rispose: "Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora". Sua madre disse ai servitori: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela".

Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: "Riempite d'acqua le anfore"; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: "Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto". Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto - il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l'acqua - chiamò lo sposo e gli disse: "Tutti mettono in tavola il vino buono all'inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora".

Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

In VINO veritas.

06 September 2011

www.AlPlanFolkFestival.com

SPARKLING NIGHTS

Christian the voice of the soul. Alba il mattino...

susy e sunni

robby susy sunni

the boss Manuel & Fernando brazil

www.caugranada.com

mr. mutschlechner Stefan

ALBA

FISH

Caterina

Fabian Gaby Robby

Jokela Nicol Ale

Armin y Robby

MUTSCHI

Nice Price, Folk, Country, Italy

the BIG gran pré hotel Family

http://www.youtube.com/watch?v=LAEw4a-0dbA&feature=related

Kindergarten

pop shop

The Artificial Harbor, Folk, Indie, Surf, Brixen, Italy

the soul and sunny

Meddy, Dafne

Faiza, Dub, Reggae, Soul, Italy

BLACK & WHITE very NICE

black is BEAUTIFUL...

(Out of) the ordinary

The dark side of the moon

PINKO le ciaval

faiza and folk

We love Jamaica!

Judith with mr. thebackseatboogie

Florian e Marianna Moena

Ivo & Hannes

Vanessa fej la pizza

Zamira fej la pizza

MARKUS - Clemente's tarots

Andy. Chai tee from India.

Gabriel e Markus.
mi consulto con i tarocchi e poi decido!

Michi i Fabi

Emil - PESTA

mr. Mutschlechner milio i Pesta

Nespolo & Ewan Colsell

Pizzeria Flurina

Give me your guitar!?!

www.myspace.com/thebackseatboogie

Slow mood

Carlotta, Denise, Gaby

The songwriters

Post-summer mood!

Pedro García

From Mali, Africa with love.

Time to celebrate

Barbara

Trau dich!

TWIN-SET

Husky.

Georg

performance

wasp waist

Spotlight On

Martin Comploj
escuela internacional de circo y teatro CAU, Granada, Spagna

Please go to the show. Martin Comploj. Granada, Spagna.

Lisa Marie

Á ma place...

Felipe - Endlessly free

Leydis Mendez, Musica tradizionale cubana, Italy

www.myspace.com/leydis.mendez

La musica tradicional de Cuba

Leydis Mendez - satin touch

Massimo & Jan Paul

Urban crocodiles

Monica y Patrizia.

Cuntra Löm, Soundtrack Musical 'Cuntra Löm"

A literary survey, Karin

Andy

L'amore imperfetto

from the village to the store

Couture landscape

pelle anno 0

serum actually

Haute perfection

the future

SENSAI

toyS foR boyS

Miss Stardust

Keyword: excellence

cabinet of wonders

Karin. Hula Hoop. American dream.

WHO*S WHO

NESPOLO

BLACK GOLD

L'Italia delle mani sporche

ScRiGnI - comptoir des cotonniers - susy

Buon compleanno Moltina!

Same (g)old story

robert from california - All around piano

Fernando - BALMAIN

Il teatro dei suoni

Wer den Weg der Wahrheit geht, stolpert nicht.
Mahatma Gandhi

ein FROMMER ist stets versunken in GOTT.

sunny - absolute beginners

Gabriel
Was macht es schon, wenn man uns fur Träumer hält?

Warum suchst du draußen, was in dir drinnen ist?

Ein Mensch ohne Ideal ist wie ein Schiff ohne Steuer.
Man kann nur dann sagen, man hätte ein Ideal, wenn man alles daransetzt, es zu verwirklichen.

Für den wahrhaft Frommen ist nichts unmöglich.
sunny e il vostro blogger Adriano

The show must go on...
SPARKLING NIGHTS