18 February 2009

India, l’assalto ai cristiani

Andrea de Mena a Ciamaor.


Torpeihof.

Amos, Gabi e Alina.

India, l’assalto ai cristiani
Violenze e conversioni forzate - La guerra „religiosa“ degli estremisti indù

LA COMPOSIZIONE SOCIALE IN INDIA

GLI ATTACCHI AI CRISTIANI

Negli ultimi dieci anni sono cresciuti gli assalti contro i cristiani da parte degli indù. Prima del 1997 erano registrati in media un paio di violenze all’anno, oggi sono 250.

“Abbracciare il cristianesimo è anche strumento di emancipazione sociale”.

NUOVA DELHI – “ I mass media indiani sono dominati dall’aristocrazia indù. E così anche i massimi vertici del governo e della polizia.
“Le conseguenze sono che nessuno parla della persecuzione anti-cristiana.
“Dopo le violenze dello scorso agosto ci sono voluti 40 giorni perché la stampa indiana ne facesse qualche accenno”. Corriere della Sera

Antica macina. Torpeihof.

Tinki, Maria e Rex. Torpeihof.

Stefano con Marco. Pista Miara. www.kronplatz.com

04 February 2009

„In questi giorni si sta usando l’argomento di un inesistente antigiudaismo per attaccare il Papa“.

"Lën de Santa Maria". Al Plan de sora.

Le "Sotru", blogger Adriano y "Tone de Pal" al ostaria.


Per Massimo Introvigne, studioso di fenomeni religiosi ed esponente di spicco di un’organizzazione “tradizionalista” come Alleanza cattolica, le cose non stanno invece così: “L’antisemitismo di un monsignor Williamson è in realtà minoritario anche all’interno della comunità lefebvriana di San Pio X. Nello stesso Lefevbre questo aspetto è probabilmente riconducibile al suo antico rapporto con Vichy, o l’Action francaise, ma non è riscontrabile nelle nuove generazioni dei sacerdoti lefevbriani, né in gran parte del movimento cosiddetto tradizionalista”. È una realtà, spiega Introvigne, che oggi conta nel mondo circa centomila fedeli, assai frastagliata, “in cui, anzi, in molti gruppi soprattutto statunitensi, ma anche europei, è presente un forte atteggiamento filoisraeliano e filoamericano. Il contrario dell’antisemitismo”. Nel movimento tradizionalista, dice Introvigne, l’aspetto più forte è oggi un’attenzione alla liturgia, di cui il ritorno alla messa in latino è un aspetto importante, “ed è a questo che Benedetto XVI ha mostrato attenzione, non certo all’antigiudaismo. Del resto, bisogna ricordare che il grande ed epocale lavoro per smantellare la teologia della sostituzione non è nemmeno un frutto del Concilio, che non affrontò direttamente il tema, ma proprio del cardinale Ratzinger: come si può ignorare che le prese di posizione di Giovanni Paolo II sugli ebrei furono pronunciate proprio sulla scorta del lavoro teologico di Ratzinger? Bisogna dare a Pietro quel che è di Pietro”.
Ancora più a fondo si spinge il professor Roberto De Mattei, presidente dell’Associazione Lepanto: “Mi sembra si stia usando l’argomento di un inesistente antigiudaismo della chiesa per attaccare in realtà l’apertura di Benedetto XVI al movimento tradizionale, per decenni demonizzato dai progressisti cattolici e laici”, dice. “Inoltre va distinto l’antisemitismo, che è una corrente estranea alla chiesa, da quello che è stato definito antigiudaismo cattolico. L’antisemitismo oggi coincide con l’antisionismo ed è patrimonio di certa sinistra e dell’islamismo radicale. E non si possono certo accusare la chiesa di Benedetto XVI o i tradizionalisti di averci a che fare. Quanto all’antigiudaismo, se lo distinguiamo correttamente dai comportamenti individuali, mi pare che non sia stato ‘superato’ dal Concilio, ma che non sia mai esistito. A meno di considerare ‘antigiudaico’ il desiderio che ha per la conversione di tutti gli uomini”.

I lëns y le cí.

"Le Sole" con le Taur a spaziré.

ATTI 2,3 - Or Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera dell'ora nona. E si portava un certo uomo, zoppo fin dalla nascita, che ogni giorno deponevano alla porta del tempio detta "Bella", per chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio.