19 May 2007

Il perdono di Assisi

Sorelle tedesche e suora giapponese.

Il Cristo nella chiesa di S. Damiano dove Chiara pregava con S. Francesco.

Lo splendore della Basilica del patrono dell' Italia.

Suor Marina, superiora della suore Francescane di Assisi.


Il primo che conosco é Fra Giuseppe, é filippino. Alla cattedrale di Assisi è frate conventuale, porta il saio nero, ci conosciamo e parliamo in inglese, é il responsabile della celebrazioni nella Basilica Superiore, condividiamo il non gradire i mezzi di comunicazione di massa, messaggi telefonici ecc. per educare i giovani, il giorno della funzione solenne e li a correre per sistemare le sedie per il coro, io lo aiuto, compie passi molto lunghi anche se è piccolo, bellissima persona.
Alle ore 7.30 della domenica la messa solenne per il nostro gruppo nella Basilica di S. Francesco, ci sono sei officianti, Don Danilo nel trono davanti all’altare, tutti rapiti dagli affreschi di Giotto, sulla destra i più importanti, si pensava così nel 1200, le navate come alberi e rami dipinti, sublime la volta blu, c’è anche un prete con la barba e gli occhiali piuttosto piccoletto; Dopo la messa mi fermo al ristorante Francesco proprio davanti alla Basilica, conosco Stefano il cameriere, è lì da dieci anni, e Ornella da venti. Ieri ho conosciuto Stefano, aveva perso la chiave, “non darmi il gelato, (ero appena stato alla visita guidata agli affreschi nella Basilica minore) ti trovo io le chiavi”. Le ho trovate subito un altro avventore abituale mi dice che il podestà aveva iniziato a favorire il turismo, qui prima c’era il babbo del padrone, faceva il calzolaio. (La nipote del podestà vive nella villa di famiglia, paga troppe tasse e forse fará un agriturismo).
Dopo conosco il signor Moretti, tecnico di maglieria. Ha dei pantaloni di una qualità molto pregiata, io sono di Biella, quasi perito chimico, me ne intendo di stoffe! Ora il signor Moretti fa dei piccoli acquarelli nella sua bottega di pregevolissima fattura, poi così con il gelato in mano mi incammino e incontro il prete piccoletto, ci conosciamo, é con due signore di Trieste, pure loro nel nostro gruppo. Lui è di Lecco, parla con spiccato accento francese, scopro che è stato missionario in Gabon, non a Lambarenè dove operava il dottor Schweitzer, ma bensì a mille chilometri nella foresta, ora da anni in Italia a curarsi, ma vuole tornare in Gabon, è un tipo molto tranquillo e normale, è sicuramente la persona più sorprendente conosciuta da me ad Assisi.
Venerdì mattina alle sei mi sono alzato, abbiamo una grandissima camera, siamo in tre. Mi dirigo in piazza del Municipio vedo due suore giapponesi simpaticissime. Domando della Messa e mi fanno cenno di seguirle. La suora giapponese prende un taccuino dalla tasca e scrive 7.15, è l’ora della messa. Le suore giapponesi sono con delle consorelle tedesche. Ci incamminiamo tutti alla chiesa di S. Chiara dove ci sono le lodi. Entriamo nella chiesa laterale, mi seggo vicino ad un vecchio frate, scoprirò che è l’officiante e con lui recito le lodi, vicino a me un altro frate seduto, in una seggiola dietro la superiora delle Clarisse in fondo alla chiesa come tutte le superiore dei conventi.
Il giorno dopo un'altra vecchia suora ci dirà che ci sono quaranta clarisse (fanno rosari di ulivo di pregevole fattura, forse vendono in nero un commerciante li propone a otto euro). Cantano benissimo perfette (c’è il crocifisso autentico di S. Francesco qui). Il celebrante non é rivolto verso l’assemblea ma a lato dell’altare rivolto verso la grata in ferro protetta da una tenda dall’altra parte le suore. Quando il frate celebra la superiora si siede vicino a me, é il suo posto abituale, dopo la messa con le suore giapponesi e le suore tedesche visitiamo prima dell’apertura la tomba di S. Chiara.
Alle dodici dopo i lavori del congresso sono ospite delle suore francescane missionarie del Sacro Cuore. La superiora suor Marina è molto ospitale, l’ospitalità francescana, dopo una frugale colazione con le suore, ci dirigiamo velocemente verso la Basilica di S. Maria degli Angeli. Suor Marina mi impartisce le istruzioni e le condizioni per ricevere l’indulgenza plenaria del Perdono di Assisi, mi inginocchio vicino a Lei e una sana beatitudine mi invade. Visitiamo poi la chiesa della Porziuncola dove il Santo pregava e il vicino luogo dove gli altri frati riposavano su stuoie molto semplici, il roseto senza spine, e vediamo le colombe tanto care a S. Francesco. Finita la visita Suor Floriana di Roma qui per un congresso ci riaccompagna su ad Assisi per i nostri rispettivi impegni. Alle 18.45 come suggerito dal mio amico Diacono Enrico Grassi di Reggio Emilia, Corrado ed io ci dirigiamo velocemente verso S. Damiano, l’incantevole eremo tra gli ulivi e il silenzio a quindici minuti dal borgo antico, ci attende frate Ambrogio, mi benedice sulla fronte, entriamo in chiesa, c’è un piccolo gruppo di tedeschi con un frate. Le lodi vespertine clima di grande misticismo e interiorità, i frati cantano accompagnati da un piccolo organo ci inginocchiamo sulla pietra, quando esco segretamente Fra Ambrogio mi regala un rosario, quello di Francesco con la croce, a forma della firma del Santo, non sapeva scrivere, si firmava così, ora e in camera del mio Stefano.
Il giorno dopo faccio un bel incontro, in via S. Pietro nr. 1 c’è l’unica chiesa Benedettina di Assisi (prima erano numerose, il santo ha contagiato molte anime) e li conosco Don Alino, di Mandello Lario, Antonella Rea di Lecco, mia amica giovanile a Londra mi parlava spesso di suo zio abate Benedettino a Montecassino. Don Alino mi informa precisamente dicendomi che era Vescovo, a Montecassino darante i bombardamenti della II Guerra Mondiale, abbazia distrutta, Frati tutti salvi. Piacevole sorpresa chiudere il cerchio della famiglia Rea.
In Giappone lo 0,003 % sono cristiani, una piccola suora missionaria giapponese che lavora in un negozio mi dice che è da un anno in Italia, solo Assisi, non si è ancora mossa, la rassicuro dicendo che avrà tempo per andare a Venezia e visitare la penisola. Quì ad Assisi tutti acquistiamo forza, coraggio per migliorare la nostra fede, godiamo tutti della bellezza materiale e spirituale di Assisi.

Pace e bene. Adriano, un cristiano di Versova.

Il crocifisso nella chiesa di S. Chiara dove a Francesco é apparso Cristo.

Francesco torna deluso... voleva andare alle crociate.


Adriano ospite di Francesco che parla con le cicale.


L' altare della Basilica superiore.

Assisi - uno spazio a chi ama la vita


Don Danilo, professor Vescovi e professor Panté.
Uno scorcio di Assisi dal piazzale di S. Chiara.
Corrado e Christine, rappresentanti dell' Alto Adige davanti alla basilica del santo.
La scalinata della basilica al mattino presto.
Assisi 11-12-13 Maggio 2007 XV congresso nazionale di spiritualitá antropologica e di ecologia sociale. Il vostro blogger è stato invitato.

Nell`amena località umbra, patria del Santo Francesco baciato dal lebbroso. I lebbrosi tanto cari a noi avvezzi al Vimala Hospital di suor Bertilla nel lebbrosario di Mumbai India. In un clima di intensa amicizia e partecipazione sono stati dibattuti i problemi di alcol correlati (metodo Hudolin) psichiatra croato che ventotto anni fa, dopo circa sette tentativi imbroccava questa strabiliante metodologia d´aiuto. Parole come: dignità, serenità, tranquillità, formazione, empatia (amore di se ed aprirsi al altro), vivere in pienezza, amore coraggioso, sobrietá, stile di vita sano hanno trionfato sulla bocca di oltre mille persone.
Da Caltanisetta a Nuoro, fino al Sudtirolo, Udine, Trento passando per Latina e Reggio Emilia tutto lo stivale era presente. Frate don Danilo Salezze, Padre Gabriele, il dottor Palmesino presidente nazionale, il professor Vescovi dalla voce straordinariamente suadente genovese doc, allo statuario professor Pantè hanno arringato e contagiato di sana meditazione e spiritualità l´ attentissima platea nel salone dei congressi stipato al inverosimile. La splendida Lady Fulvia nei suoi completini firmati, il chiarissimo presidente trentino Remo Mengon, Christine, Hannes, Corrado rappresentanti dell’Alto Adige ben disposti in prima fila. I francescani di Monselice ed il loro “tip top” squadrone di collaboratori sono i profeti del famoso metodo Hudolin per sconfiggere il flagello dei problemi alcol correlati.
La conferenza mondiale della sanità nella relazione di Stoccolma del 2006 contava 195000 morti all’anno per alcol. Nel 2007 il Piano Nazionale Alcol e Salute veniva invitato dall’Europa e dare un’accelerata ai suoi interventi per ridurre l’uso dell’alcol in Italia. Finalmente la banca mondiale non finanzia più ditte che producono schifezze mortali. La grande intuizione del Prof.HUDOLIN è stata quella di scavare nella spiritualitá dei suoi assistiti (aldilá del contatto personale con Dio) e cercare la sorgente buona positiva attiva, e sublimarla per amarsi tutti i giorni, esercizio straordinario e meraviglioso.
Servi e trova la gioia! La gioia del servizio.
San Francesco ha trasmesso un’epidemia che contagia tutti gli uomini e donne di buona volontà qui ad Assisi. La spiritualitá antropologica vuole entrare nella cultura umana esistente e nella multidimensionalità della persona non materiale, qualche volta inafferrabile, variegata e contraddittoria. La parte materiale e la parte spirituale che fanno corollario alla cultura sociale umana lasciano un progetto aperto alla nostra emozionalitá. Eros,desiderio di amare e di essere amati diventano AGAPE da cogliersi come un sì.
Il cammino bio-psico-spirituale deve dare ai giovani le giuste vibrazioni per una iniziazione trascendentale di dignità e di pianezza. Intendendo come trascendenza antropologica, la simpatia ad accogliere il proprio racconto di esperienze spirituali della nostra vita, una meditazione – sosta – tra azione e reazione, ricerca di valori spirituali per una buona armonia attraverso formazione, conoscenza, sobrietà per uno stile di vita sereno e fruttuoso.
Tutti hanno condiviso l’ottima ospitalità della PRO CIVITATE CRISTIANA Don Antonio, con cui amavo interloquire in inglese, è nato a Londra, Teresita il motore culturale della Comunità, e con la discreta presenza del gran medico missionario in Africa, che il compianto Pier Paolo Pisolini nel famoso film ”Il Vangelo secondo Matteo” aveva preso come spunto.
Tutto questo con uno spirito d ` evangelizzazione, simpatia, umiltà, e soprattutto recupero di dubbiosità in un sano contagio ecologico per mettersi in parità con gli altri

AMARSI ED ESSERE AMATI.

Lady Fulvia di Trento.

Palazzoto con gerani.

Remo Mengon, presidente trentino.

I congressisti in un momento di pausa.

Tre anni da Mumbai

La legna per l' inverno.
Ora et labora.
Zio Bruno Frenademetz prepara oggetti da vendere per i poveri.

Un bel mattino mi sono svegliato nel mio letto coloniale a Versova, Casa della Caritá, Mumbai, India. Il sogno sta durando da tre splendidi anni, ma forse è alla fine… È stato un viaggio nella povertá, nelle miserie umane, dalle nostre debolezze ai grandi slanci verso i poveri. Ieri mi è capitata per le mani una cartolina presa a Granada in Spagna da Chiara, cosí diceva:
“EL PROBLEMA DE SIEMPRE, LA GENTE SE LAVA LAS MANOS”
la gente se ne lava le mani: è indifferente, avida, invidiosa, poco attenta, non legge, non si documenta, se ne frega in una parola.
Abbiamo perso l' inquietudine dell' attesa di Cristo, dice giustamente qualcuno.

Ai nostri figli non vengono trasmessi valori veri, i genitori lasciano alla televisione, ai messaggi mediatici vari il compito di educare. Ai miei tempi noi figli dei fiori chiamavamo “la persuasione occulta del sistema”, poi alla scuola il compito di educare… loro se ne lavano le mani... Per lo piú devono lavorare, produrre, ingrassarsi (mi vien da ridere, proprio ieri Patrizia prima di addormentarsi mi diceva che quel grassone del gelataio, gran lavoratore, e ho scoperto ieri avido di soldi, ha demandato l' educazione al suo paio di figli obesi ai servizi sociali, perché lui e la signora sono sempre in pasticceria a trafficare). I figli, a loro forse un bel regalo e molte volte il timore di avere un confronto… devono spesso combattere da soli i nostri adorati figli.
“EL PROBLEMA DE SIEMPRE, LA GENTE SE LAVA LAS MANOS”

In India ho lasciato qualche cosa… non sei tu che scegli il paese, è l' India che ti sceglie.
Prossimamente il vescovo di Kannur in Kerala viene a trovarmi a San Vigilio di Marebbe, cosí potró avere riscontri obbiettivi sulle mie iniziative e donazioni in India. Compito sancito dallo statuto della nostra associazione Dalits è per i cristiani cattolici dell' India, aiuto, protezione, guida affinché siano linfa per le vocazioni nel subcontinente Indiano e quando sará necessario potremo attingere da quelle fonti per procurarci i pastori dei nostri greggi… Non temete, la voce di Dio si manifesta ovunque, qualcuno ha seminato, … poi si potrá raccogliere per Cristo Gesú.
Forse un giorno nelle Vostre parrocchie vi guiderá un prete indiano.

Ciao India il vostro Blogger Adriano.

Un pó di pace in casa.


Il vostro blogger al tavolo di lavoro.

Uno scorcio di San Vigilio, verso Ciasé.