26 June 2008

Stiamo ricostruendo


Don Heinrich Perathoner festeggia i 40 anni di sacerdozio. Tanti auguri!

Don Heinrich, il fratello sacrestano a Santa Cristina, Val Gardena e don Marco di Roma.

Hartmann, Tone e Jaco preparano i rametti di pino mugo.

Tone, Angela, Hartmann, Jaco, Mali, Heinz e Tresele.

Domenica, solenne celebrazione e festeggiamenti per il nostro parroco don Heinrich Perathoner, 40 anni sacerdote. Un arco trionfale fatto con rametti di pino mugo e piccole belle pigne, il giusto riconoscimento dei cristiani di San Vigilio di Marebbe.
Oggi a Pieve di Marebbe, parrocchia condotta da don Perathoner stanno ricostruendo il fienile distrutto dall’incendio doloso. Il proprietario potrà anche contare su un’offerta di oltre 5.000 euro attraverso la sottoscrizione aperta dall’unione degli uomini della Val Badia dove il vostro blogger è il presidente. Bravi noi uomini, bravo presidente!

Il fienile sta riprendendo corpo.

Il capo mastro Erardi dell'omonima ditta di carpenteria con sede a Longega, Bolzano.

Igor, e i suoi colleghi della carpenteria Erardi al lavoro.

Il vostro blogger al lavoro.

25 June 2008

Kosovo, a rischio i luoghi santi serbi

Il nostro giardino fiorito. Finalmente è estate dopo sette mesi di neve e pioggia.

21 giugno, solstizio d'estate. Ore 21.30.

Tinki fa amicizia con le mucche!

Chiese ortodosse - tesoro da salvare

La prematura e dissennata decisione di alcuni Stati che hanno preso atto dell’indipendenza del Kosovo proclamata unilateralmente da Pristina, tra i molti gravi danni che ha già procurato, vede in primo piano l’”annessione” dei “luoghi santi” dell’ortodossia serba. Si tratta di oltre cento chiese e monasteri (tra i quali solo quattro, compreso il Patriarcato di Pec, sotto protezione Unesco) sopravvissuti alla guerra e agli incendi appiccati dagli albanesi che, nell’insieme, ne avrebbero eliminato oltre un centinaio.
Anche le fragili “guarentigie” previste dal “piano” dell’inviato dell’Onu, Ahtisaari, per il patrimonio religioso e culturale – fondate sull’accordo e la collaborazione tra serbi e kosovari – hanno ormai perso la loro già discutibile validità. Esse, comunque, non solo non tenevano cono del carattere multireligioso della zona, ma non prevedevano alcun regime simile a quello, ad esempio, delle Basiliche patriarcali di Roma (immunità diplomatica, esenzione da vincoli, espropriazioni o tributi, ecc.) o a quello, riconosciuto anche dall’Ue, dei monasteri del Monte Athos in Grecia, che assicura il carattere esclusivamente religioso dei medesimi e la loro piena autonomia amministrativa. Sottoporre i luoghi di culto ortodossi alla sovranità del Kosovo, senza garantire loro uno status internazionalmente protetto, significa non garantirne la conservazione, la destinazione, nonché l’accesso per i sebi che resteranno e per i pellegrini. Uno status che dovrebbe, almeno, comprendere un sistema di finanziamento per l’esercizio del culto, il mantenimento e restauro degli edifici e pertinenze, il sostentamento del personale ecclesiastico e laico, il riconoscimento dei beni mobili e immobili di proprietà degli enti serbo-ortodossi, confiscati in gran parte dal regime comunista e restituiti alla Chiesa dal Parlamento serbo nel maggio 2006. Anche la “Costituzione” kosovara, adottata il 9 aprile e di imminente promulgazione, non garantisce in maniera efficace l’”eredità culturale e religiosa” serba (art. 9) e, pur dichiarando di voler tutelare l’autonomia religiosa e i monumenti sacri (art. 39), non contiene alcuna specifica disposizione sulla protezione dei luoghi santi ortodossi e sul finanziamento del relativo culto.
Pretendere, dopo aver loro strappato una parte del territorio per soddisfare il gruppo etnico albanese, che i serbi assicurino il finanziamento del culto ortodosso (compresa la ricostruzione di chiese e monasteri distrutti) nel Kosovo indipendente sarebbe solo un sostanziale riscatto al sentimento religioso e al significato “nazionale” che chiese e monasteri hanno per la Serbia. Grave sarebbe, inoltre, non vincolare le autorità kosovare al rispetto della destinazione al culto cristiano di chiese e monasteri che, nell’assai probabile ipotesi di un’ulteriore diminuzione della presenza di fedeli serbi, finirebbero, con la scusa della scomparsa dei praticanti, per essere adibiti ad usi profani (nel migliore dei casi musicali, nel peggiore per il ballo) o, come ci insegna il passato, trasformati in moschee.
Si aggiunga che l’indipendenza del nuovo Stato potrebbe indurre Pristina a sollecitare anche solo una piccola parte del clero ortodosso rimasto nel Kosovo perché chieda l”autocefalia” di una Chiesa ortodossa nazionale e, in caso di rifiuto da pare della Chiesa serba, ricorra al patriarca di Costantinopoli.
Stanti i pessimi rapporti tra quest’ultimo e quello della Russia, nota sostenitrice dell’integrità territoriale della Serbia, è facilmente ipotizzabile che succeda quanto già avvenuto nel Montenegro, dove una piccola Chiesa ortodossa locale, per rafforzare la distanza da Belgrado, ha già avviato un processo verso l’indipendenza “religiosa”.
Se non vuole accendere un nuovo conflitto religioso, l’Ue – alla quale passerebbe il “protettorato” Onu sul Kosovo – deve imporre a Pristina almeno il riconoscimento formale del legame strutturale organizzativo tra Chiesa serba e ortodossia kosovara e ottenere precauzionalmente dal Patriarcato di Costantinopoli una “presa d’atto” di tale riconoscimento. Una secessione “confessionale” sarebbe altrettanto grave di quella territoriale avallata da Usa e Ue con incomprensibile leggerezza, violando tutte le regole che la comunità internazionale si è da tempo imposta.

Il nostro crocefisso sui prati dei "Tamersc".

L'alba dalla finestra del rifugio Biella alla Croda del becco, m. 2.325.

Oltre 40.000 m3 di roccia dolomitica sono franati sul sentiero che porta al rifugio. Gli artificieri hanno fatto 128 buchi e venerdì faranno brillare i grandi massi che ostruiscono la strada.

20 June 2008

Welcome America


Patrizia, Daniela & from U.S.A. Nikki, Sara.


Cascata all'alpe di Fanes.

Hello, it was very nice to visit the place that my grandpa is from and to visit my family that I don’t see very often, or haven’t ever even met until now. It is very beautiful here. We are having a wonderful time. We were in four countries in one day: U.S.A. – Germany – Austria – Italy, finally we arrived. It was a very long trip, 30 hours!

Nikki & Sara Redlin and parents Dan & Lisa


Dan & Lisa al rifugio Fanes. www.rifugiofanes.com


Your blogger in action.

13 June 2008

Vertice FAO a Roma – 4 giugno 08

Vigna a Novacella, Bressanone.

Campo di montagna.

Iran e Zimbawe non graditi, invitati alla riunione ma non hanno potuto partecipare al banchetto ufficiale con il capo del governo italiano Silvio Berlusconi. L’Iran ha solo incontrato un politico, Roberto Fiore.
La fame nel mondo porta ad una crisi politica manipolata da speculazioni finanziarie di grandi multinazionali, le politiche agricole dei paesi ricchi puntano al protezionismo e agli alti prezzi. Le popolazioni di India e Cina cominciano ad usufruire di un certo qual benessere, questo porta a progressivi consumi e quindi non solo crollo dei raccolti ma troppa domanda.
Più benessere per India e Cina significa dieta arricchita, più consumi e meno esportazioni di riso da parte di India e Tailandia. Sintomatico in molti paesi tipo Egitto e Bangladesch il fatto che il ceto medio urbano non possa più comprare il riso per il costo troppo alto.
Paul Wolfowitz, presidente della banca mondiale dimissionario afferma: “Per troppo tempo si sono trascurati gli investimenti nell’agricoltura dei paesi in via di sviluppo e imposti troppi dazi all’importazione da questi paesi.”
No biocarburanti, no biodisel e no etanolo. Vertice FAO un fallimento, qualcuno sostiene! Il 2% dei grandi produttori di biocarburanti in Stati Uniti, Brasile e Europa continuano ad essere finanziati dai loro governi. Brasile e U.S.A. difendono a spada tratta le loro produzioni di etanolo da canna da zucchero e mais. Non si è voluto dare una risposta scientifica se questa produzione agricola incide sull’aumento spropositato dei prezzi che affamano molti paesi del mondo. Intanto 9,7 milioni di bambini non arrivano all’età di cinque anni.
Il senegalese Jacque Diouf, direttore generale della FAO parla di “risultati all’altezza delle aspettative”, speriamo in bene!

Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace iraniana è stata a Brunico nella elegante Casa Ragen e ha tenuto una conferenza in lingua tedesca sull’argomento: “Il mio Iran. Una vita tra rivoluzione e speranza.” Per riaffermare i diritti delle donne in Iran dove molte comunità ebree vivono in sintonia con i musulmani.

Il mio partito di raccolta sudtirolese “Stella Alpina – SVP” è stato bocciato al Senato quando ha presentato venti emendamenti contro la politica di Roma volta all’inasprimento delle pene per chi guida in stato di ebbrezza. Benché ci si è aggrappati alla clausola di salvaguardia per regioni a statuto speciale, nulla di fatto. Su questo c’è molto da pensare…

Orto di rabarbaro e alveare per il fabbisognio famigliare.

Foraggio per bovini da latte.

08 June 2008

Pellegrinaggio al santuario di Santa Croce in Badia



I pellegrini seguono la croce bagnata dalle lacrime del cielo.


Verso il santuario.


Le grandi fatiche dei bimbi.

Ai piedi del massiccio del Monte Santa Croce è situata, in posizione stupenda, la chiesa di Santa Croce (2.045 m). - BRAVA IRINA! -

Sono le 18.45. Alle 17.30 sono ritornato dal pellegrinaggio delle parrocchie di San Vigilio e Pieve di Marebbe al santuario. Dodici ore di cammino durissimo recitando rosari, sei ore all’andata e sei ore al ritorno, lassù una bella messa celebrata da tre sacerdoti.
Poco più di trenta pellegrini donne e uomini siamo partiti alle 3.30 di mattina. Al tocco della campana Hildegard ha intonato: “Evviva la croce, la croce sempre evviva, evviva la croce, e chi l’esaltò”. Lois de Costata ha preso la croce e la processione è partita. È notte fonda, vengono intonate le prime lodi. Qualcuno ha delle torce che illuminano il sentiero, così siamo saliti verso il giogo di Rit.
Intorno alle 4.45 s’intravede la prima luce, c’è pioggia e tempo inclemente, con giacche a vento e mantelle in mezzo a larici, abeti e prati di montagna verdissimi. Uno spettacolo sublime con tante genziane di un bel blu intenso. Beato quel cuore che sempre sta fisso, in Dio crocefisso, che tanto l’amò.

A Bolzano, nel museo d’arte moderna il crocefisso con il rospo rimane al suo posto, pare che nessuno abbia il coraggio di levarlo. VERGOGNOSO, STIAMO FACENDO LA FIGURA DEI VERI MISERABILI!

Venite, o fedeli, prostrati alla croce, alzate la voce: il Cristo ci amò.

p.s.: Al ritorno, dalla località “Ciornadù” fino al giogo di Rit, “Zorro”, io e altri due temerari siamo saliti in trenta minuti, velocissimi. Poi una bella nuotata nel laghetto di montagna, tonificante!

I pellegrini si ristorano.

Maria da Torpei.

La santa pioggia scende dal cielo.

01 June 2008

Sud Tirolo unito contro il Museion

Cristo, San Giovanni e la Madonna addolorata, Ortisei, Val Gardena.

Secondino Mombello e Umberto Musso di fronte ad un'opera futurista di giardinaggio su gambette di legno bianco.
Lago di Anterselva, Valle di Anterselva, BZ.

Vomitevole l’opera di Martin Kippenberger, artista tedesco morto nel 1997 a 44 anni in una clinica a Vienna. Ha sollevato un’ondata di protesta e indignazione all’apertura del nuovo museo “Museion” a Bolzano.
La composizione “Prima i piedi” rappresenta una rana in croce che nella mano destra tiene un boccale di birra e nell’altra un uovo. Naturalmente la direttrice svizzera madame Corinne Diserens ha raggiunto il suo obiettivo, tutti ne parlano. Ma nel Sud Tirolo dove il 90% della popolazione è fervidamente cattolica, queste provocazioni oscene e blasfeme non hanno sicuramente terreno fertile.
La direttrice del museo avrà sicuramente vita breve, sic! (vedi dott. Franceschini, direttrice svizzera all’Università di Bolzano, licenziata!)
Oggi pomeriggio, domenica del Sacro Cuore tanto caro ai Sud Tirolesi, che duecento anni fa strinsero il patto con il Sacro Cuore contro francesi e bavaresi, quando volevano impossessarsi delle nostre terre e non farci professare la nostra fede, insceneranno una protesta di fronte al museo sui nuovi ponti futuristi.
Martedì il presidente della provincia di Bolzano Luis Durnwalder ha convocato il responsabile del museo Lageder per avere chiarimenti. Il vescovo di Bolzano e Bressanone Wilhelm Egger commenta: “Disprezzare i simboli della fede cristiana è segno di poco rispetto per il sentimento religioso, non aiuta alla pace tra le culture e religioni.” Sicuramente ne vedremo delle belle!
Ieri Secondino Mombello e Umberto Musso di Biella, compagni del mio gruppo di preghiera con don Alberto Bretti già da trenta anni ed io siamo stati al museo. L’opera contestata non l’abbiamo nemmeno considerata, all’idea di soffermare i nostri occhi su quello schifo ci veniva da rabbrividire, la pelle si raccaponava, che orrore!
Via velocemente con addetti alla struttura poco professionali e imbarazzati dalla situazione di palese contestazione per l’opera in questione. Un vero peccato per il nuovo bellissimo e costosissimo museo d’arte contemporanea di Bolzano.

Curiosa l’installazione sistemata al quarto piano del museo. In una sorta di ripostiglio a cui si accede attraverso un’apertura in plastica tipo autolavaggio, dall’alto pende un caleidoscopio che illumina motivi in bianco e nero e una musica diffonde melodie del ventennio, retaggio dell’era radiosa (canzoni tipo faccetta nera ecc.).

I curatori di questa mostra d’inaugurazione del museo hanno confuso i trentatrè anni di Gesù Cristo con i quarantaquattro anni dell’artista Kippenberger!
Signore, muovi i cuori e le menti di questi mediocri che spacciano per arte i loro bassi giochi per farsi pubblicità e lurido profitto.

Un cristiano di Versova, Andheri West, Mumbai, India

Cristo e quadro votivo, Lago di Anterselva, BZ.

Lago di Braies, Val Pusteria, BZ.

Altare, chiesa di Sant'Antonio, Ortisei, BZ.