Carissimo Padre Giorgio, buon Natale e felice anno nuovo,
se come spero qualche volta consulti il nostro blog: www.dalitsonlus.blogspot.com avrai un’idea di quelle che sono le occupazioni mie e della nostra famiglia.
Stefano ed io abbiamo passato sei settimane lontano da casa, quattro per compiere il pellegrinaggio fino a Santiago de Compostela in Spagna, sulle orme dell’Apostolo San Giacomo, discepolo di Gesú che nel 42 dopo Cristo ha portato il Cristianesimo nella penisola iberica. Siamo partiti in Francia, siamo entrati in Spagna e per 4 settimane abbiamo camminato per oltre 30 chilometri al giorno in mezzo a paesaggi sublimi, 800 chilometri in tutto.
Uva, fichi, more, mandorle, noci, castagne, pesche, peperoni e quant’altro potevamo raccogliere per nutrirci durante il cammino. La notte dormivamo in conventi, abbazie e monasteri, e molto spesso dove vigeva la regola benedettina ricevevamo la cena e la colazione gratuitamente.
Francesi, spagnoli, australiani, coreani, giapponesi, brasiliani e molti altri da tutto il mondo erano nostri compagni di viaggio. Non faceva troppo caldo e così bevendo acqua e mangiando pane e formaggio, portando abiti leggeri, uno zaino non troppo pesante e scarpe comode abbiamo potuto compiere questo straordinario pellegrinaggio.
San Francesco Saverio, missionario a Goa e in Kerala, patrono della Navarra (regione della Spagna da noi attraversata) era ogni giorno il punto fermo delle nostre preghiere.
Su suggerimento di una consorella di Suor Grace Perumpally della diocesi di Kannur, Suor Giuseppina Casati di Milano il nostro pellegrinaggio è stato fatto per i DALITS, affinché gli uomini di buona volontà attraverso la chiesa dei catecumeni possano essere convertiti alla nostra religione cristiana di Santa Romana Chiesa con a capo il Papa Benedetto XVI.
Al mio arrivo a Santiago, dopo l’ultimo giorno e un’estenuante marcia di 54 chilometri sotto la pioggia, quando Stefano mi indicava che oltre la montagna in mezzo alla foschia alle ore 18.30 del tramonto sul monte Gozo compariva finalmente la meta tanto desiderata, Santiago de Compostela io stremato dalla fatica esclamavo con molta meraviglia: “Vedo la pietra nera della Mecca.” Di questo sono stato molto felice perché in quel momento mi sono sentito vicino al popolo mussulmano che tanto dolore, a causa di pochi scellerati, arreca alla nostra amata India e ad altri uomini di buona volontà. Dopo siamo andati in Africa a contatto con i Musulmani, è stata un’esperienza interessante.
Il gruppo missionario ha fatto un mercato a favore di un’iniziativa in Brasile ma io non ho beccato neanche un quattrino. Questo mi lascia un po’ sgomento perché la mia grande forza nel credere alla carità e usando le parole del nostro compianto Vescovo Wilhelm Egger + 16.08.2008
se come spero qualche volta consulti il nostro blog: www.dalitsonlus.blogspot.com avrai un’idea di quelle che sono le occupazioni mie e della nostra famiglia.
Stefano ed io abbiamo passato sei settimane lontano da casa, quattro per compiere il pellegrinaggio fino a Santiago de Compostela in Spagna, sulle orme dell’Apostolo San Giacomo, discepolo di Gesú che nel 42 dopo Cristo ha portato il Cristianesimo nella penisola iberica. Siamo partiti in Francia, siamo entrati in Spagna e per 4 settimane abbiamo camminato per oltre 30 chilometri al giorno in mezzo a paesaggi sublimi, 800 chilometri in tutto.
Uva, fichi, more, mandorle, noci, castagne, pesche, peperoni e quant’altro potevamo raccogliere per nutrirci durante il cammino. La notte dormivamo in conventi, abbazie e monasteri, e molto spesso dove vigeva la regola benedettina ricevevamo la cena e la colazione gratuitamente.
Francesi, spagnoli, australiani, coreani, giapponesi, brasiliani e molti altri da tutto il mondo erano nostri compagni di viaggio. Non faceva troppo caldo e così bevendo acqua e mangiando pane e formaggio, portando abiti leggeri, uno zaino non troppo pesante e scarpe comode abbiamo potuto compiere questo straordinario pellegrinaggio.
San Francesco Saverio, missionario a Goa e in Kerala, patrono della Navarra (regione della Spagna da noi attraversata) era ogni giorno il punto fermo delle nostre preghiere.
Su suggerimento di una consorella di Suor Grace Perumpally della diocesi di Kannur, Suor Giuseppina Casati di Milano il nostro pellegrinaggio è stato fatto per i DALITS, affinché gli uomini di buona volontà attraverso la chiesa dei catecumeni possano essere convertiti alla nostra religione cristiana di Santa Romana Chiesa con a capo il Papa Benedetto XVI.
Al mio arrivo a Santiago, dopo l’ultimo giorno e un’estenuante marcia di 54 chilometri sotto la pioggia, quando Stefano mi indicava che oltre la montagna in mezzo alla foschia alle ore 18.30 del tramonto sul monte Gozo compariva finalmente la meta tanto desiderata, Santiago de Compostela io stremato dalla fatica esclamavo con molta meraviglia: “Vedo la pietra nera della Mecca.” Di questo sono stato molto felice perché in quel momento mi sono sentito vicino al popolo mussulmano che tanto dolore, a causa di pochi scellerati, arreca alla nostra amata India e ad altri uomini di buona volontà. Dopo siamo andati in Africa a contatto con i Musulmani, è stata un’esperienza interessante.
Il gruppo missionario ha fatto un mercato a favore di un’iniziativa in Brasile ma io non ho beccato neanche un quattrino. Questo mi lascia un po’ sgomento perché la mia grande forza nel credere alla carità e usando le parole del nostro compianto Vescovo Wilhelm Egger + 16.08.2008
“L’impegno a favore del prossimo arricchisce la nostra vita.”
non ho abbastanza tensione religiosa e mistica per buttarmi anima e corpo per cercare denaro per i poveri dell’India. Questo è fonte di un po’ di malinconia perché vedo sfumare tanti miei progetti di piccoli interventi verso un popolo che io amo fino in fondo alle mie viscere.
Con molto piacere abbiamo appreso di tuo nipote Daniel che è diventato Sacerdote e abbiamo condiviso la gioia con Padre Franziskus in Austria.
Qui c’è tanta neve e fa molto freddo, Stefano lavora sulle piste da sci come maestro, Patrizia studia, Chiara studia a Padova e io sono stato a Reggio Emilia il 24 novembre, San Prospero il patrono della città, il capitolo delle Case della Carità volgeva al termine e dall’India ho incontrato cinque religiosi da Mumbai con molta gioia. Sono stati tre giorni di festa e preghiera.
Abbiamo un nuovo Vescovo di 66 anni, si chiama Karl Golser, affermato teologo. A marzo prenderà possesso della diocesi di Bolzano/Bressanone, preghiamo per Lui.
Rinnovando la stima e l’affetto che tutta la nostra famiglia nutre per Te,
Ti porgiamo i migliori auguri di buon Natale!
Che Dio ci benedica
Adriano, Patrizia, Stefano e Chiara
Con molto piacere abbiamo appreso di tuo nipote Daniel che è diventato Sacerdote e abbiamo condiviso la gioia con Padre Franziskus in Austria.
Qui c’è tanta neve e fa molto freddo, Stefano lavora sulle piste da sci come maestro, Patrizia studia, Chiara studia a Padova e io sono stato a Reggio Emilia il 24 novembre, San Prospero il patrono della città, il capitolo delle Case della Carità volgeva al termine e dall’India ho incontrato cinque religiosi da Mumbai con molta gioia. Sono stati tre giorni di festa e preghiera.
Abbiamo un nuovo Vescovo di 66 anni, si chiama Karl Golser, affermato teologo. A marzo prenderà possesso della diocesi di Bolzano/Bressanone, preghiamo per Lui.
Rinnovando la stima e l’affetto che tutta la nostra famiglia nutre per Te,
Ti porgiamo i migliori auguri di buon Natale!
Che Dio ci benedica
Adriano, Patrizia, Stefano e Chiara
San Martino in Badia. Piccola croce, grande nevicata.