I pellegrini seguono la croce bagnata dalle lacrime del cielo.
Verso il santuario.
Le grandi fatiche dei bimbi.
Ai piedi del massiccio del Monte Santa Croce è situata, in posizione stupenda, la chiesa di Santa Croce (2.045 m). - BRAVA IRINA! -
Sono le 18.45. Alle 17.30 sono ritornato dal pellegrinaggio delle parrocchie di San Vigilio e Pieve di Marebbe al santuario. Dodici ore di cammino durissimo recitando rosari, sei ore all’andata e sei ore al ritorno, lassù una bella messa celebrata da tre sacerdoti.
Poco più di trenta pellegrini donne e uomini siamo partiti alle 3.30 di mattina. Al tocco della campana Hildegard ha intonato: “Evviva la croce, la croce sempre evviva, evviva la croce, e chi l’esaltò”. Lois de Costata ha preso la croce e la processione è partita. È notte fonda, vengono intonate le prime lodi. Qualcuno ha delle torce che illuminano il sentiero, così siamo saliti verso il giogo di Rit.
Intorno alle 4.45 s’intravede la prima luce, c’è pioggia e tempo inclemente, con giacche a vento e mantelle in mezzo a larici, abeti e prati di montagna verdissimi. Uno spettacolo sublime con tante genziane di un bel blu intenso. Beato quel cuore che sempre sta fisso, in Dio crocefisso, che tanto l’amò.
A Bolzano, nel museo d’arte moderna il crocefisso con il rospo rimane al suo posto, pare che nessuno abbia il coraggio di levarlo. VERGOGNOSO, STIAMO FACENDO LA FIGURA DEI VERI MISERABILI!
Venite, o fedeli, prostrati alla croce, alzate la voce: il Cristo ci amò.
p.s.: Al ritorno, dalla località “Ciornadù” fino al giogo di Rit, “Zorro”, io e altri due temerari siamo saliti in trenta minuti, velocissimi. Poi una bella nuotata nel laghetto di montagna, tonificante!