Cristo veglia sui pellegrini.
Daniela Simpson, dell'Associated Press, agenzia americana che diffonde le notizie del Papa in tutto il mondo, nostra amica di famiglia a colloquio con il Decano.
Il Decano Franz Sottara con un missionario verbita proveniente dal Borneo.
Don Thomas Stürz, segretario del Vescovo con la banda musicale di Badia sullo sfondo.
Il Vescovo Wilhelm Egger e il suo segreterio Thomas Stürz in trepidante attesa.
Il Vescovo a colloquio con Padre Pire Irsara, custode della casa del Santo.
Daniela Simpson, dell'Associated Press, agenzia americana che diffonde le notizie del Papa in tutto il mondo, nostra amica di famiglia a colloquio con il Decano.
Il Decano Franz Sottara con un missionario verbita proveniente dal Borneo.
Don Thomas Stürz, segretario del Vescovo con la banda musicale di Badia sullo sfondo.
Il Vescovo Wilhelm Egger e il suo segreterio Thomas Stürz in trepidante attesa.
Il Vescovo a colloquio con Padre Pire Irsara, custode della casa del Santo.
Sua Santità Benedetto XVI.
La fotografa sudtirolese a colloquio con il Vescovo.
Sua Santità Benedetto XVI.
Papa Benedetto XVI a Oies, paese natale di San Giuseppe Freinademetz, Santo missionario in Cina nato nel 1852. 300 anni prima nel 1552 moriva San Francesco Saverio, missionario gesuita mentre si apprestava ad entrare in Cina. Suo fedele servitore, un certo Vaz di Goa/India sicuramente discendente della famiglia Vaz. Tico Vaz di Goa ha sposato un marebbana, Veronica Mutschlechner. Le radici di Goa portano anche alle Dolomiti marebbane, stupefacente!
Ieri alle 17.35 circa il Papa, suo fratello Georg e il seguito sono arrivati alla casa natale del santo verbita. Circa 4.000 persone festose hanno salutato il suo arrivo in elicottero. Io ero da quasi 6 ore nello stesso punto per stringere la mano al Santo Padre. Davanti alla porta della casa del Santo, il Papa ha stretto la mia mano. Sulla destra c’era con me una bimba, figlia di Karin di Rina, e così le ho dato la mia mano sinistra. “Viva il Papa” gli ho augurato e lui mi ha risposto “Grazie!”. Piccolo, curvo e stanco, uomo semplice con il fardello dei peccati del mondo sulle sue spalle, grande emozione.
Ecco le parole del Santo Padre nel saluto alla folla la convenuta: “San Giuseppe Freinademetz lassù in cielo rimane cinese, con la certezza che là in Cina la fede sia viva e questa nostra speranza dia a molti giovani il coraggio per dedicare la loro vita al Vangelo, la fede unisce sulla strada della vita”.
Le strade che proprio mentre stringevo la mano al Papa stavano portando mia figlia Chiara dal Montenegro all’Albania, meta con gli amici gesuiti di un’esperienza di carità vicino a Tirana.
Sentire parlare il Papa della Cina, sono tornato con la mente alla mia esperienza a Pechino nell’ospedale del dott. Wang, dove ho potuto conoscere e frequentare nel loro ambiente i cinesi. Gente meravigliosa assetata di fede. Quando avevo nelle mani il Santo Rosario e recitavo le preghiere con gli ammalati qualcuno lo toccava con deferenza e grande desiderio di comunicarmi segretamente che erano cristiani, bellissimo!
Giornata radiosa con tanta gente assetata di fede del Dio vero e in cammino dietro alla croce di Cristo risorto.
Adriano Trevisan
P.S.: Molto bello vedere il clero altoatesino in clergimen e abito talare, non come indiani in vacanza con camicia e cravatta!
Ieri alle 17.35 circa il Papa, suo fratello Georg e il seguito sono arrivati alla casa natale del santo verbita. Circa 4.000 persone festose hanno salutato il suo arrivo in elicottero. Io ero da quasi 6 ore nello stesso punto per stringere la mano al Santo Padre. Davanti alla porta della casa del Santo, il Papa ha stretto la mia mano. Sulla destra c’era con me una bimba, figlia di Karin di Rina, e così le ho dato la mia mano sinistra. “Viva il Papa” gli ho augurato e lui mi ha risposto “Grazie!”. Piccolo, curvo e stanco, uomo semplice con il fardello dei peccati del mondo sulle sue spalle, grande emozione.
Ecco le parole del Santo Padre nel saluto alla folla la convenuta: “San Giuseppe Freinademetz lassù in cielo rimane cinese, con la certezza che là in Cina la fede sia viva e questa nostra speranza dia a molti giovani il coraggio per dedicare la loro vita al Vangelo, la fede unisce sulla strada della vita”.
Le strade che proprio mentre stringevo la mano al Papa stavano portando mia figlia Chiara dal Montenegro all’Albania, meta con gli amici gesuiti di un’esperienza di carità vicino a Tirana.
Sentire parlare il Papa della Cina, sono tornato con la mente alla mia esperienza a Pechino nell’ospedale del dott. Wang, dove ho potuto conoscere e frequentare nel loro ambiente i cinesi. Gente meravigliosa assetata di fede. Quando avevo nelle mani il Santo Rosario e recitavo le preghiere con gli ammalati qualcuno lo toccava con deferenza e grande desiderio di comunicarmi segretamente che erano cristiani, bellissimo!
Giornata radiosa con tanta gente assetata di fede del Dio vero e in cammino dietro alla croce di Cristo risorto.
Adriano Trevisan
P.S.: Molto bello vedere il clero altoatesino in clergimen e abito talare, non come indiani in vacanza con camicia e cravatta!
Il Papa con il suo segretario Georg salutano prima di lasciare il santuario di Oies, all'interno dell'elicottero si intravede suo fratello Georg.
I pellegrini tornano a casa felici.
La musica ha intonato lodi di festa e ora torna a valle.