Mumbai, INDIA 10 maggio 2004
Nandu, il povero che vive nella capanna fuori dalla cancellata è il piú fortunato del convento! È quello che sta meglio!
Porta uno straccio perizoma biancastro, ora sporco e consumato, una maglietta dello stesso colore a maniche lunghe con bottoncini al collo, è abbastanza piccolo e magro con un po’ di barba e quando gira per il borgo ho notato che parla da solo.
Lui vive li fuori dal cancello, quando sono arrivato la notte mi aspettava, accovacciato sul muretto vicino alla porta d’entrata. È il suo posto preferito, c’è ombra vicino al suo giaciglio. Era notte e non era coricato, di giorno sta li con una tazza di tè.
I primi giorni non mi guardava, si girava un poco e si sistemava lo straccio, copriva le sue nuditá, li sul muretto, poi gli ho dato la mano e mi sono presentato. Nandu entra in cucina e borbottando come sempre, si avvicina alla stufa a gas e dal fuoco accende la sua sigaretta, una “Bidi” ed esce di nuovo.
Nandu ti butta un gatto morto di qua del cancello, io prendo uno straccio e butto il gatto dalla sua parte. Nandu è il piú fortunato, povero ma libero, sentinella sulla nostra porta, lo vedo passeggiare a piedi nudi per il borgo, lo saluto, lui barbotta e non si ferma. Nandu è il nostro povero.
Pitar o Peter è inquietante, ti guarda con i suoi occhi un po’ spiritati, é da sempre qui, ha nome cristiano, ti tocca, ti tossisce addosso, quando qualche viandante passa alla porta è subito lui che viene esibito come il matto della casa, che ti tocca e che ti guarda con lo sguardo un po’ folle.
Ma è tutto proprio vero ho c’è anche una provocazione nell’esasperazione del dolore e della vostra, nostra caritá!
Nasc