Don Guido con Stefano e Appia a Pescopagano/Mondragone.
Ecco come nel
quartiere della rivolta africana è stato compiuto un piccolo miracolo con la
Messa “comunitaria” tra cittadini stranieri e italiani
MONDRAGONE – Poteva essere, o poteva diventare un banale e normale
articolo della domenica quello che stiamo scrivendo. Invece abbiamo deciso di
far trascorrere anche la giornata del lunedì, prima di pubblicare un inciso su
un evento religioso ed ecclesiastico che da qualche mese sta caratterizzando la
liturgia domenicale della parrocchia San Gaetano Thiene di Pescopagano di
Mondragone.
Occorreva
rifletterci un po’ su, in quanto quando sul litorale Domitio o Domizio, si
parla di integrazione, facilmente si trascende nei luoghi comuni del pro e
contro l’accoglienza, del sì e del no alla tolleranza verso il cittadino
extracomunitario e, spesso, contro la Chiesa istituzionale viene mossa da più
parti l’accusa di tenere troppo in considerazione la Carità a scapito poi delle
problematiche relative le reali e fattibili capacità di un territorio di
offrire accoglienza, mettendo a rischio l’equilibrio del tessuto sociale
della popolazione residente e autoctona.
Quindi
le idee potevano confondersi, facendo perdere al popolo credente la
bussola della Carità su cui si fonda tutto l’architrave spirituale della
testimonianza in terra e tra gli uomini di Gesù.
Ma
ciò che è stato realizzato in una piccola chiesetta di un quartiere teatro un
anno fa della rivolta africana e della sparatoria, non è un miracolo caduto dal
cielo così all’improvviso. In effetti se confrontiamo le immagini di quella
rivolta di un anno fa, con quelle della Messa di ieri, domenica, in cui
partecipano in “Comunione” le comunità africane con quella italiana, allora si
comprende che un cammino di sudata integrazione, almeno nello spirito
cristiano, è stato realizzato. Lì dove non riesce la politica, la Chiesa tenta
di dare una risposta missionaria e conciliatrice.
Ogni
seconda domenica del mese nella piccola chiesetta della periferia della
periferia tra Mondragone e Castel Volturno, il parroco Don Guido Cumerlato, missionario della Pcn (Piccola Casetta di Nazareth) e
i missionari comboniani, sono riusciti ad incardinare un progetto religioso
fondato sulla cosiddetta Messa “insieme” dove si fondono le liturgie e i canti
della comunità africana con quelli di Romana Chiesa.
Una
combinazione di ritmi, preghiere, ecc, ecc, che hanno un solo fine, quello di
vivere in “Comunione” il dono eucaristico. Sembra un esperimento, un esempio di
completa apertura della Chiesa Universale verso tutti i popoli, che qui si è
concretizzato con l’impegno di tutti i membri del consiglio pastorale
parrocchiale.
Alla
fine non aggiungiamo più nulla perchè saranno le foto a spiegare cosa è accaduto.
Nota
a margine… Hanno partecipato a questa celebrazione anche i bambini del Centro
Laila.
(www.casertace.net)
Stefano, Anatole, Giovanni, Ricardo, Sylvain, Jonathan e Emmanuel.
Scolasticato di Casavatore/Napoli.